History of Molise
Storia del Molise
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Il Molise, così come lo conosciamo ora, è il risultato di profondi cambiamenti territoriali. Dapprima noto come la parte montuosa della regione romana del "Sannio", insieme al sud Abruzzo, popolato dai Sanniti, dopo la caduta dell'Impero il territorio si disgregò e i territori di Caserta e Benevento si compattarono nel Ducato di Benevento, lasciando a Bojano, Isernia e Campobasso il controllo del perimetro circostante il Matese, il Biferno, il Trigno e il Volturno, fino ai confini di San Severo in Puglia.
Il piccolo territorio oggi conosciuto è il profitto della fusione del Contado di Molise e la Contea di Loritello (XIII secolo), ma escludeva comunque ampie zone ora molisane; per un periodo storico perse la propria identità amministrativa (XIX secolo), ma non territoriale e culturale, e venne aggregato all'Abruzzo (1816). Nel 1963 venne ricostituita di nuovo come entità amministrativa, dopo la soppressione della regione Abruzzi e Molise, ma con un territorio molto diverso da quello del passato.
Storia Antica
Storicamente, gran parte del territorio del Molise era abitato da popolazioni di stirpe sannitica. A partire dal III secolo a.C. la regione subì l'invasione dei Romani che si garantirono il controllo del territorio stabilendo una serie di insediamenti nei punti strategici più importanti, nei pressi di centri abitati già esistenti: è questo il caso di Aesernia, colonia di diritto latino fondata nel 263 a.C. L'influenza politica di Roma portò, nel giro di alcuni secoli, al completo assoggettamento del territorio e all'assimilazione dei suoi abitanti. In particolare, furono fondamentali la Guerra sociale e le sue conseguenze[senza fonte]: alla fine del I secolo a.C la romanizzazione era pressoché completa. Della fase precedente rimangono i resti, in varie località della regione, di insediamenti sannitici, abbandonati proprio in concomitanza della Guerra sociale: essi appartengono a numerose tipologie, dalle semplici cinte murarie a struttura poligonale al santuario d'altura e al santuario federale: sebbene molti studiosi (soprattutto di storia locale) abbiano provato ad associare a questi centri i nomi tramandati dagli autori antichi (in particolare Livio, Plinio e Strabone), l'assenza di ulteriori elementi relega questi tentativi a restare delle semplici ipotesi. Di origine romana sono le città di Aesernia, (Isernia), Bovianum (Bojano), Larinum (Larino), Terventum (Trivento) e Venafrum (Venafro): in questi centri si è sempre avuta continuità insediativa lungo tutto il medioevo e l'età moderna, come è evidente dall'impianto urbano e, soprattutto, dalla presenza di una sede vescovile. Città romana è anche Saepinum (Sepino): l'abitato originario, tuttavia, fu abbandonato fra la tarda antichità e l'alto medioevo; il centro attuale è di origine medioevale ed è situato più a valle. Nella riorganizzazione dell'Italia da parte di Augusto gran parte del territorio andò a costituire (ad eccezione della città di Venafrum, assegnato alla Regio I, e a Larinum, assegnato alla Regio II) la Regio IV[2]. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente vennero meno le suddivisioni amministrative esistenti; il territorio molisano, al pari di gran parte dell'Italia centrale e meridionale, subì le pesanti devastazioni legate alla Guerra greco-gotica. All'arrivo dei Longobardi divenne parte del Ducato di Benevento.
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Dal 667 al 1045:
i gastaldati longobardi
Sotto il dominio longobardo il territorio molisano era suddiviso fra sei gastaldati: quattro appartenenti al Ducato di Benevento (Boiano, Larino, Termoli, Trivento) e due al Principato di Capua (Isernia, Venafro); tale suddivisione amministrativa si è conservata nell'organizzazione ecclesiastica fino al 1976, quando con l'elevazione ad arcidiocesi metropolitana dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano le varie diocesi molisane hanno cessato di essere suffraganee dell'arcidiocesi di Capua (Isernia-Venafro) e dell'arcidiocesi di Benevento (Termoli-Larino).
Il gastaldato di Bojano, intorno al 667, venne concesso dal Re longobardo Grimoaldo al condottiero bulgaro Alzeco[3], che divenne il primo gastaldo[4] di un'area pressoché disabitata. Comunità bulgare (o meglio proto-bulgare) erano presenti oltre che a Boiano anche a Sepino, Isernia, Castropignano, e nella zona dell'agro dell'attuale Campobasso, come evidenziato dal ritrovamento di tombe umane di un tipo steppico-nomade, caratterizzate dalla presenza di sepolture equine, databili alla seconda metà dell'VIII secolo. Nella sua Historia Langobardorum Paolo Diacono scrive che i discendenti di questi Proto-bulgari parlavano ancora il loro idioma originario insieme al latino. Secondo uno studio di Francesco D'Ovidio, queste comunità sarebbero riuscite a integrarsi nel territorio e a conservare, nei secoli, alcuni elementi della propria cultura originale.
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Dal 1045 al 1210, dalla Contea di Bojano
al Contado di Molise
Nel 1045 il condottiero normanno Rodolfo di Moulins, disceso in Italia Meridionale con gli Altavilla, conquista la Contea di Bojano. È con l'arrivo dei normanni e della famiglia de' Moulins, tra la fine dell'XI secolo e l'inizio dell'XII secolo, infatti, che comincia ad affermarsi il toponimo Comitatus Molisii riferito, appunto, alla contea di Bojano, che, nel contempo, aveva inglobato altre contee dove governavano altre signorie feudali. Rodolfo di Moulins (noto anche come Rao o Rodolfo De Molisio o di Molise) fu il primo conte del Molise. Territori, quali Venafro, Larino, Trivento, Isernia, Campomarino, la montagna del Matese, Pietrabbondante, Termoli, Mignano fino a Capracotta, Capriata e Prata[5] passarono quindi sotto la signoria dei de' Moulins. Nel contempo, la Città di Campobasso assunse un'importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea. Il nome Molise, quindi, compare nel Medioevo centrale per identificare una contea di appartenenza della famiglia normanna dei de' Moulins.
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Dal 1221 al 1806, dal Contado di Molise
alla Provincia di Molise
Il Molise nel Regno di Napoli nel 1454
L'integrità del contado di Molise, come detto, fu conservata fino al 1221, anno in cui Federico II di Svevia attaccò e conquistò Boiano convocandovi i feudatari e i nobili a lui fedeli. In quell'anno il Molise divenne la sede di un giustizierato (Justitiaratus Molisii), cioè di un distretto di giustizia imperiale, dove l'autorità del re si sovrapponeva a quella dei feudatari. La contea di Molise venne di fatto unita alla Contea di Loritello (attuale Rotello) formando un'unica entità amministrativa e territoriale che però, fu aggregata, prima, alla Terra di Lavoro (corrispondente all'attuale provincia di Caserta ed a parte delle attuali province di Frosinone e di Isernia) e poi, dal 1538, durante la dominazione spagnola, alla Capitanata (corrispondente all'attuale Provincia di Foggia).
La contea di Loritello e il Contado di Molise erano entrambe Normanne i De Molisio e Loritello, che anche dopo la fusione mantennero possedimenti ed il controllo dei rispettivi territori.
Fu questo un periodo di isolamento e di grave crisi economica e sociale, data la presenza sul territorio di numerose bande di briganti.
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Dal 1806 al 1811
La Provincia di Molise
Il Molise nel Regno di Napoli 1811
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Di fatto la contea di Molise, nata dalla fusione del Contado del Molise e della Contea di Loriello, ebbe la sua autonomia ufficialmente il 27 settembre 1806, con la legge 132 del 1806 Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno, varata l'8 agosto di quell'anno, con Napoleone.
Il Molise divenne per la prima volta una provincia autonoma denominata Provincia di Molise con Campobasso capoluogo e che era suddivisa in tre distretti:
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Distretto di Campobasso, dal 1806;
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Distretto di Isernia, dal 1806;
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Distretto di Larino, istituito nel 1806 come parte della Capitanata e (con mutamenti territoriali) aggregato al Molise nel 181
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Dal 1811 al 1948
La provincia di Molise ebbe un forte sviluppo grazie alle opere infrastrutturali e alle politiche messe in atto da Gioacchino Murat a partire dal 1811, e con l'annessione di Larino (in provincia di Campobasso) nel 1811 e del circondario di Venafro e di parte della Valle del Volturno nel 1863, assunse i confini simili a quelli della Regione poi istituita.
Dall'epoca del Regno di Napoli il territorio molisano era in realtà compreso in quattro giustizierati diversi: il Contado del Molise, l'Abruzzo Citeriore, la Terra di Lavoro e la Capitanata; ancora oggi è possibile riscontrare differenze dialettali, gastronomiche e folkloriche fra queste quattro aree. Con l'annessione al Regno d'Italia, nella regione scoppiarono molte ribellioni che furono completamente sedate solo alla fine del XIX secolo.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il territorio attorno a Campobasso fu interessato da duri combattimenti, che si conclusero nel settembre 1943, con lo sbarco degli alleati a Termoli.
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Dal 1948 al 1963
il Molise unito all'Abruzzo
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Lo stesso argomento in dettaglio: Abruzzi e Molise e Variazioni territoriali e amministrative di Abruzzi e Molise.
All'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, fu prefigurata la formazione di due distinte regioni: l'Abruzzo e il Molise; tant'è che le due proponende regioni furono fatte votare separatamente già per le elezioni del Senato nel 1948. La decisione finale, però, fu poi procrastinata a data da destinarsi, data che arrivò nel 1963.
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Dal 1963 a oggi:
La Regione Molise
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Nel 1963, grazie a una disposizione transitoria che consentì di derogare ai limiti imposti dall'art. 132 della Costituzione italiana, nacque la regione Molise dal territorio della provincia di Campobasso, dal seno di cui fu derivata la nuova provincia di Isernia.
È l'unico caso della storia dell'Italia repubblicana di formazione di una regione per distacco da un'altra.
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